TENUTA DI S. ANDREA – LA MASSERIA

La tenuta di Sant’Andrea si trova nei pressi di un ramo del Reggio Tratturo. La masseria un tempo ospitava, nei mesi estivi, le greggi che passavano l’inverno nel Tavoliere delle Puglie secondo i ritmi dell’antica transumanza.
L’edificio, interamente costruito in pietra, si addossa ad un emiciclo, una volta adibito a ricovero delle pecore. Una tipologia morfologica, questa, così rara in tutto il territorio limitrofo che l’edificio è stato dichiarato di rilevante interesse storico-artistico dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Non è fuori luogo pensare che Sant’Andrea sia un riadattamento sei-settecentesco ad uso agricolo-zootecnico di un’antica preesistenza, forse una cappella dedicata proprio all’apostolo. Non lontano dalla Masseria, infatti, si trova la chiesetta rurale di San Matteo, nonché i resti di una città di epoca romana o sannita, ancora tutta da scavare, su cui in epoca medievale si è stratificato un nuovo insediamento purtroppo oggi scomparso. La masseria, interessata negli anni ‘90 da un restauro filologico e conservativo, condotto secondo le direttive del Ministero, che ne ha esaltato la valenza ambientale ed etnoantropologica , è stata oggi resa funzionale e rivitalizzata. Inoltre, essendo baricentrica rispetto ad un fondo agricolo di oltre 45 ettari, viene utilizzata dagli addetti come base delle lavorazioni periodiche. Una volta all’anno è sede della festa della mietitura: una grande tavolata che festeggia il completamento del lavoro di raccolta del grano.

COLTIVAZIONE DEL GRANO

La coltura principale del fondo agricolo di Sant’Andrea è il grano. Questo cereale con i sui colori stagionali connota il paesaggio: dal rosso-bruno dei terreni preparati alla semina, al verde brillante primaverile, fino al giallo abbagliante della maturazione estiva. Al grano si alternano piantagioni di foraggere, quali la sulla, e di leguminose, quali il favino (bianco o nero), entrambe note per le loro proprietà azotanti. Il paesaggio colturale limitrofo alla tenuta varia di anno in anno grazie alla pratica agronomica dell’avvicendamento, da sempre adottata dall’azienda agricola de Martini. Grazie all’avvicendamento si effettua la rotazione delle specie coltivate nello stesso appezzamento al fine di mantenere la fertilità del terreno in modo naturale e senza ricorrere all’utilizzo di fertilizzanti.

L’azienda aderisce ai protocolli regionali di agricoltura integrata.

CARATTERISTICHE NATURALISTICHE E FAUNISTICHE

Nei pressi della tenuta di Sant’Andrea sono presenti due boschetti dove spiccano alberi secolari di quercia, tipici della zona, e dove si possono osservare varie specie di uccelli, quali tordi, beccacce, fagiani, gazze ladre. In questo luogo possiamo osservare anche alcune specie di rapaci tra i quali il falco pellegrino, il gheppio, la poiana, il gufo e la civetta. Non è difficile osservare anche animali selvatici come le volpi e i cinghiali. La ricerca di asparagi selvatici e la loro raccolta, possibile durante il periodo che va da marzo ad aprile, è un’attività molto piacevole da praticarsi nei boschi di Sant’Andrea. Le specificità colturali della tenuta sono idonee anche all’apicoltura. Infatti le piantagioni di sulla e la presenza di alberi di ciliegio attraggono sciami di api nel periodo della fioritura. Suggestivo è, ancora, raggiungere a cavallo la masseria partendo dal crinale della collina dove è arroccato Fragneto L’Abate. Un’incantevole passeggiata a cavallo attraverso vecchi sentieri immersi nel verde e lungo le sponde del fiume Tammaro, che corre non lontano dai fondi di San Matteo.